Alla Cappella Orsini di Roma si celebra il ‘tatuaggio’ tra incontri, mostre di foto e disegni

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Roma celebra il tatuaggio, presso il Centro studi Cappella Orsini (via di Grottapinta), in collaborazione con il Tattoing Demon Studio.

In programma una serie di eventi, incontri, una mostra di disegni, fotografie, strumenti di lavoro, memorabilia e video. Una manifestazione che prelude all’apertura del ‘Roma Tattoo Museum’ previsto in primavera.

Sarà dunque la Cappella Orsini a far da cornice all’evento inaugurale della rassegna con il contributo dei più significativi ‘esploratori’ del tatuaggio italiano, da Gippi Rondinella, a Gianmaurizio Fercioni con la moglie Luisa Gnecchi, mentre sarà Roberto D’Agostino ad offrire una lettura più moderna, ma altrettanto profonda, del fenomeno per tentare di capire perchè, oggi, molte persone sentano il bisogno di modificare il proprio corpo.

La prima serata, dopo l’evento inaugurale del pomeriggio, sarà dedicata a Roma e a come il tatuaggio tradizionale ha trovato spazio nella Capitale. Ascolteremo la voce di Antonello Fassari in un racconto di un ex detenuto di un carcere romano e le motivazioni che lo hanno spinto a tatuarsi all’interno di una cella.

Claudia Delli Ficorelli ne declinerà il sentimento attraverso musica e parole della più ostinata tradizione romanesca, il tutto accompagnato da un buffet tradizionale ancora apprezzabile solo nei vecchi quartieri della Roma popolare.

”Il tatuaggio, al crocevia tra arte e corpi, fisico e immaginario è una forma di espressione artistica tanto diffusa, quanto sottovalutata che rivela aspetti inespressi dei rapporti umani – ha spiegato Gabriele Donnini, storico tatuatore del Tattooing Demon Studio – Il tatuatore si è sempre dedicato alla conoscenza delle persone entrando nel loro intimo per capire le motivazioni più nascoste del gesto che si stava per compiere”.

”Sino ad arrivare al momento più spirituale, quello del contatto, un contatto tra due anime che rimarrà consolidato nel tempo attraverso la valenza che il ‘segno’ assumerà. Negli anni – ha ricordato ancora Gabriele Donnini- il tatuaggio ha continuato ad evolversi, attraversando i decenni e conservando una sua purezza”.

”Ha subito variazioni stilistiche ed evoluzioni tecniche, ma nonostante questo ha sempre mantenuto un significato e questo grazie al fatto che è rimasto protetto nella propria nicchia”, ha ricordato ancora.

”Ha superato nel tempo molte crisi alle quali è sempre sopravvissuto con l’aiuto della sua storia, del suo codice e della sua anima. Il tatuaggio – ha concluso- negli ultimissimi anni, ha assunto un significato quasi esclusivamente estetico trascurando la sua più originaria essenza”.

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