Eventi, mostra, incontri, presentazioni. E, soprattutto, momenti di approfondimento e dibattito, tra passato e presente del tatuaggio. Non vuole essere solo una rassegna ma una vera e propria anteprima del Roma Tattoo Museum che sarà inaugurato in primavera nella Capitale, la manifestazione Contatto, dedicata al mondo del tatuaggio, che si è aperta ieri sera al Centro Studi Cappella Orsini in via di Grotta Pinta dove proseguirà fino a venerdì 18. Molti i big del tattoo presenti all’ apertura, da Kubo a Gippi Rondinella, da Gian Maurizio Fercioni a Gabriele Donnini.
Ad accendere i riflettori sul tema nella sua lettura più moderna Roberto D’ Agostino. «Oggi, in Italia, una persona su tre è tatuata – dice D’Agostino – il tatuaggio ci racconta che il corpo con cui si nasce non basta più, viene trasformato, è protagonista di un costante work in progress. In quest’ ottica, il tatuaggio non è solo decorazione ma narrazione di ciò che la persona vorrebbe essere. È un modo per affermare: sono ciò che voglio. E una forma di comunicazione istantanea. È questione di identità». Oggetto delle riflessioni della serata, Roma e lo spazio che la Capitale ha riservato e riserva al tatuaggio tradizionale.